16 Mar
16Mar

Ieri, 15 marzo, si è celebrata la Giornata Mondiale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare. Il 30% delle persone colpite da un disturbo del comportamento alimentare ha meno di 14 anni. Negli ultimi tre anni, i casi tra i giovani sono più che raddoppiati, con l'età media di insorgenza che è scesa a 8-9 anni. Un esordio precoce aumenta il rischio di conseguenze gravi, talvolta irreversibili. La diagnosi precoce è fondamentale perché permette di intervenire prima che il disturbo diventi più grave e difficile da trattare. Anoressia e bulimia sono, ora, la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali. 

I disturbi del comportamento alimentare sono influenzati da vari fattori, tra cui aspetti psicologici, ambientali, familiari e sociali. Una revisione della letteratura scientifica condotta dalla Società Italiana di Pediatria, basata su 657 studi recenti, ha identificato segnali di allarme importanti per genitori e pediatri.

 “…I bambini mangiano di nascosto o nascondono il cibo; mostrano cambiamenti nelle abitudini alimentari, ad esempio tagliano il cibo in piccoli pezzi o spostano il cibo nel piatto; saltano i pasti; diventano maniacali nella preparazione del cibo ed evitano interi gruppi di alimenti; mostrano segni indiretti di condotte compensatorie, come chiudersi in bagno in particolare dopo i pasti; manifestano fluttuazioni del tono dell’umore e alterazioni del sonno, aumentano l’attività fisica…” 

Sono solo alcuni dei segnali tipici di un Disturbo della Nutrizione e Alimentazione, i cosiddetti DNA, che un genitore non dovrebbe mai sottovalutare. 

L’attenzione all’aspetto fisico è un elemento centrale da tenere in considerazione.  Chi soffre di un disturbo alimentare può mostrare una preoccupazione costante per il proprio peso, esprimendo insoddisfazione per il proprio corpo anche in assenza di un reale cambiamento fisico. 

Un altro segnale da non sottovalutare è l’eccessiva attività fisica, soprattutto negli adolescenti maschi.  Non si tratta solo di un aumento dell’esercizio sportivo, ma di una costante necessità di movimento, come salire e scendere le scale ripetutamente, camminare sul posto o rimanere in piedi il più possibile, anche quando si avverte una forte stanchezza, I ragazzi possono apparire attivi ed energici anche se sono sottopeso.  

Secondo una ricerca, il 90% dei pazienti con anoressia nervosa continua a praticare attività fisica nonostante la stanchezza e l’affaticamento dovuti alla perdita di peso. 

Oltre ai segnali comportamentali, ci sono sintomi fisici che possono suggerire la presenza di un disturbo alimentare. Tra questi, la sensazione costante di freddo, episodi di vertigini o svenimenti, affaticamento e, nelle ragazze, alterazioni del ciclo mestruale fino all’amenorrea

Rivolgersi al pediatra ai primi dubbi è il primo passo per affrontare il problema. Un intervento tempestivo può fare la differenza nel garantire ai ragazzi un percorso di cura più efficace e una migliore qualità della vita. 

Oggi esploriamo due importanti aspetti psicologici che giocano un ruolo nei disturbi alimentari: la bassa autostima e il perfezionismo. 

La bassa autostima è una condizione che può svilupparsi già durante l’infanzia, influenzando profondamente il benessere e la crescita del bambino. Si manifesta attraverso una percezione negativa di sé, accompagnata da insicurezze e dal timore di non soddisfare le aspettative, sia personali che altrui. Nei bambini, questa problematica si traduce in comportamenti come la paura di fallire, che li porta a evitare le sfide, una dipendenza eccessiva dall’approvazione altrui e un confronto continuo con i coetanei, che alimenta un senso di inadeguatezza. 

I genitori giocano un ruolo chiave nello sviluppo dell’autostima nei bambini. Critiche costanti possono portare il bambino a interiorizzare un senso di inadeguatezza, e a convincerlo di non essere mai 'abbastanza', ovvero di non riuscire a soddisfare le aspettative proprie o altrui e, di conseguenza, a temere di non essere accettato o valorizzato per ciò che è. Questo porta a insicurezze e alla continua ricerca di approvazione esterna.

 Allo stesso modo, elogiare soltanto i risultati ottenuti, invece dell’impegno dimostrato, rischia di spingere il bambino a identificare il proprio valore personale esclusivamente con il successo, creando un pericoloso legame tra fallimento e perdita di autostima. 

I genitori insicuri, poi, tendono a dubitare delle proprie capacità o a essere eccessivamente severi con sé stessi. Questo atteggiamento può riflettersi inconsciamente sui figli, che osservano e assimilano tali comportamenti come normali. Un genitore che critica spesso le proprie azioni o il proprio aspetto può trasmettere al bambino l'idea che sia normale non sentirsi mai "all'altezza". 

Inoltre, un genitore eccessivamente autocritico potrebbe involontariamente concentrarsi più sugli errori che sui successi del bambino, alimentando in lui la paura di sbagliare e un senso di insicurezza. È essenziale che i genitori mostrino accettazione e comprensione verso sé stessi, perché il loro comportamento diventa un modello fondamentale per il bambino, influenzandone il modo di percepire sé stesso e il mondo. 

Per prevenire difficoltà legate alla bassa autostima, è fondamentale che i genitori favoriscano un ambiente accogliente e positivo, dove il bambino si senta valorizzato non solo per ciò che fa, ma soprattutto per chi è. Prestare attenzione ai segnali di disagio può fare la differenza nel promuovere uno sviluppo emotivo sano e una percezione positiva di sé.

Il perfezionismo nei bambini si manifesta come un desiderio eccessivo di raggiungere standard estremamente elevati, spesso irrealistici. Questa tendenza può causare diversi problemi. Molti bambini perfezionisti provano una forte frustrazione quando non riescono a raggiungere i propri obiettivi e finiscono per colpevolizzarsi. Questo li porta a sperimentare stati di ansia crescente, alimentati dalla paura di fallire. 

Spesso, il perfezionismo sfocia anche nella procrastinazione, poiché il timore di non ottenere un risultato perfetto li porta a evitare del tutto di iniziare un’attività. Inoltre, può incidere negativamente sui rapporti con gli altri, poiché questi bambini possono mostrare difficoltà nell’accettare errori, sia propri che altrui, compromettendo così la loro capacità di instaurare relazioni sane. 

Le origini del perfezionismo nei bambini risiedono spesso nelle dinamiche familiari e nell’ambiente in cui crescono. I genitori, infatti, hanno un ruolo determinante in questo contesto. Quando le aspettative familiari sono altissime, o viene trasmesso il messaggio che gli errori sono inaccettabili, i bambini possono interiorizzare la necessità di essere sempre impeccabili per sentirsi amati o apprezzati. 

Anche l’ambiente scolastico contribuisce in modo significativo. Sistemi educativi fortemente incentrati sulle performance, sui voti e sui risultati possono consolidare questa tendenza, facendo percepire ai bambini che il loro valore dipenda esclusivamente dal successo. Il perfezionismo, se non gestito, può influire negativamente sul benessere emotivo e sociale dei bambini. È fondamentale che genitori ed educatori li aiutino a comprendere che gli errori sono parte del processo di crescita e apprendimento, favorendo un approccio più equilibrato e sano nei confronti delle aspettative e delle sfide quotidiane. 

La bassa autostima e il perfezionismo nei bambini non dipendono necessariamente da una fragilità psicologica intrinseca, ma sono spesso il risultato di una combinazione di esperienze ambientali e caratteristiche individuali. Critiche costanti, pressioni esterne per raggiungere risultati eccellenti e la mancanza di un supporto adeguato possono influire profondamente sullo sviluppo dell’autostima e del senso di perfezione. 

Allo stesso tempo, alcuni bambini possiedono una maggiore sensibilità, dovuta a predisposizioni temperamentali o genetiche, che li rende più vulnerabili a situazioni di stress o pressione. 

Questo però non significa che siano deboli, ma semplicemente che reagiscono in modo più intenso a determinati stimoli esterni. È importante sottolineare che con il giusto sostegno e un ambiente accogliente e rassicurante, è possibile aiutare i bambini a superare queste difficoltà e a sviluppare una visione di sé più equilibrata e positiva. Una prevenzione precoce può fare una grande differenza nel promuovere un equilibrio emotivo e un benessere psicologico duraturo.

 Per aiutare i bambini a crescere in modo sano e sviluppare una solida autostima, è fondamentale creare un ambiente di supporto in cui si sentano accettati per ciò che sono. È importante valorizzare l’impegno e il processo piuttosto che focalizzarsi esclusivamente sui risultati ottenuti. Questo approccio aiuta i bambini a comprendere il valore del loro lavoro indipendentemente dall’esito. 

Inoltre, è essenziale insegnare loro a gestire gli errori, mostrando che sbagliare è una parte naturale e indispensabile del processo di apprendimento. Rendere normale l’idea che tutti possono commettere errori rafforza la loro capacità di affrontare le sfide senza paura. 

Promuovere un dialogo aperto gioca un ruolo altrettanto cruciale. I bambini devono sentirsi ascoltati e supportati senza il timore di essere giudicati. In questo modo, si rafforza la loro fiducia nelle proprie capacità e si trasmette un senso di sicurezza emotiva. Infine, è necessario valutare e limitare le pressioni esterne che derivano da aspettative accademiche, sportive o sociali. Aiutare i bambini a trovare un equilibrio tra le attività e a non sentirsi schiacciati dalle attese può contribuire a preservare il loro benessere psicologico e favorire uno sviluppo sereno e positivo. 

In un prossimo articolo parleremo dell’influenza dei social media. A presto.

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