Il granchio blu: solo minaccia oppure anche opportunità?


Il governo italiano ha recentemente nominato Enrico Caterino come commissario straordinario per affrontare l’emergenza del granchio blu, con un mandato fino al 2026 e un fondo di dieci milioni di euro per sostenere la ricerca e le misure di gestione. Gli esperti suggeriscono di spostare l’attenzione dalle specie locali a questi ospiti poco graditi e che di fatto stanno distruggendo la nostra biodiversità. 

I granchi blu appartengono alle zone del Messico e le coste del Maryland e possono arrivare a 20 cm. I luoghi in cui è stata avvistata questa specie sono soprattutto negli ambienti di transizione, ovvero dove acqua salata e dolce si incontrano, come nelle lagune costiere. Questi esemplari sono molto resistenti e si adattano anche in luoghi diversi dai loro originari. La loro presenza nei nostri mari deriva dallo scarico dell’acqua di zavorra delle navi turistiche. 

Questa specie di granchi si sta nutrendo di tutta la fauna autoctona, ecco perché rappresenta una grave minaccia per il nostro ecosistema. Con le sue chele potenti può anche arrecare danni alle attrezzature da pesca.


In realtà, il granchio blu è presente nel Mediterraneo da molti decenni, ma la sua rapida espansione negli ultimi tempi può essere attribuita a diversi fattori: 

  • Cambiamento climatico: il riscaldamento delle acque marine ha creato condizioni più favorevoli per la sopravvivenza e la riproduzione del granchio blu.
  • Mancanza di predatori naturali: nel Mediterraneo, il granchio blu non ha molti predatori naturali, il che facilita la sua proliferazione.
  • Adattabilità: il granchio blu è altamente adattabile a diverse condizioni ambientali, inclusi estuari, lagune e acque salmastre.
  • Trasporto marittimo: il rilascio di acque di zavorra da parte delle navi ha contribuito alla diffusione del granchio blu in nuove aree.
  • Le femmine possono deporre fino a due milioni di uova, contribuendo alla rapida diffusione della specie.

 Il Mare Adriatico offre un ambiente particolarmente favorevole per il granchio blu, con abbondanza di cibo e habitat adatti. La laguna di Venezia e altre aree costiere dell’Adriatico hanno visto un aumento significativo della popolazione di granchi blu a causa delle condizioni ambientali favorevoli e della mancanza di predatori. 

Nel mar Tirreno, la sua presenza è stata segnalata in diverse aree costiere, dove ha avuto un impatto negativo sugli ecosistemi locali e sulle attività di pesca. In particolare, il granchio blu compete con le specie autoctone per il cibo e l’habitat, oltre a predare molluschi e altri organismi marini di valore commerciale. Infatti, è onnivoro e si nutre di una varietà di organismi, tra cui molluschi, piccoli pesci e alghe. 

È stato stimato un calo di produzione della vongola verace intorno al 90% rispetto al 2022/2023. Controllare la diffusione del granchio blu è una sfida complessa, e le autorità locali e i pescatori stanno cercando di gestire questa invasione attraverso varie misure, come la pesca intensiva e la sensibilizzazione della popolazione. Altre misure di gestione riguardano l’utilizzo di barriere per limitare la diffusione della specie in aree sensibili, come lagune ed estuari e campagne di educazione e informazione della popolazione locale e dei pescatori. 

Promuovere la pesca del granchio blu per ridurne la popolazione.

 Questo può includere incentivi economici per i pescatori e la creazione di mercati per la vendita del granchio blu. 

Legacoop Agroalimentare ricorda che da marzo a fine luglio di quest’anno sono stati smaltiti 403mila chili di granchio blu. Una quantità troppo alta: già a luglio 2023 Confcooperative Fedagripesca denunciava che i pescatori spendevano 100mila euro al giorno per smaltire i granchi e mettere in salvo le loro produzioni.

Ma, allora, il granchio blu rappresenta solo una minaccia oppure può diventare una opportunità? 

Federpesca ha sottolineato l’importanza di sviluppare una filiera commerciale per la trasformazione dei prodotti ittici, in modo da renderli competitivi sul mercato. Il ministro Lollobrigida ha aggiunto che è probabile il coinvolgimento di altri ministeri per supportare la fase di trasformazione industriale e la commercializzazione all’estero, con particolare attenzione ai mercati oltreoceano e alla Tunisia, dove il 21% dell’export ittico è rappresentato dal granchio blu. Questa strategia mira a valorizzare i prodotti ittici italiani e a creare nuove opportunità di mercato. 

Il ministro ha riconosciuto che l’attivazione delle esportazioni italiane, specialmente verso Paesi terzi, richiede tempo e che il sistema di trasformazione deve essere adeguato. Ha osservato che, mentre lo scorso anno alla fiera di settore a Barcellona era presente solo una start-up romagnola, quest’anno tutti gli esportatori italiani avevano sottoprodotti a base di granchio blu. Ha inoltre promesso che, se verranno create filiere, il governo garantirà una campagna di promozione per aumentare la domanda di granchio blu pescato in Italia, anche sul mercato interno. 

Per i produttori la prima cosa da fare è assicurare risorse per continuare a raccogliere e smaltire la trentina di tonnellate di granchi che quotidianamente vengono tolti dall'acqua.

Le campagne di promozione per il granchio blu devono mirare a sensibilizzare e aumentare la domanda di questo prodotto sia sul mercato interno che su quello internazionale.  Ma in che modo?  

  • Con l’utilizzo di vari canali pubblicitari come TV, radio, social media e stampa per promuovere i benefici e la qualità del granchio blu italiano.
  • Con la partecipazione a fiere di settore e l’organizzazione di eventi promozionali per far conoscere il prodotto ai potenziali acquirenti e distributori.
  • Con il coinvolgimento di chef rinomati e ristoranti per creare piatti speciali a base di granchio blu, aumentando così la visibilità e l’attrattiva del prodotto.
  • Con l’informazione dei consumatori sui benefici nutrizionali del granchio blu e su come può essere utilizzato in cucina attraverso workshop, video tutorial e ricette.
  • Con l’offerta di sconti e promozioni per incentivare l’acquisto del granchio blu, sia nei supermercati che nei ristoranti.
  • Con la creazione di marchi di qualità per garantire ai consumatori l’origine e la sostenibilità del prodotto.

 Queste strategie aiutano a costruire una solida reputazione per il granchio blu italiano e a stimolare la domanda sia a livello nazionale che internazionale. 

 Il granchio blu offre diversi benefici nutrizionali, rendendolo un’ottima scelta per una dieta sana. Ecco alcuni dei principali vantaggi: 

  • È una fonte eccellente di proteine di alta qualità, con circa 18,1 grammi di proteine per 100 grammi di parte.
  • Ha un contenuto di grassi molto basso, il che lo rende una scelta leggera e salutare2.
  • È ricco di vitamine e minerali essenziali come la vitamina B12, il selenio, il fosforo e il potassio3. La vitamina B12 è importante per la salute del sistema nervoso e la formazione delle cellule sanguigne, mentre il selenio ha proprietà antiossidanti che aiutano a combattere i radicali liberi.
  • Con solo 87 calorie per 100 grammi, il granchio blu è un alimento a basso contenuto calorico, ideale per chi cerca di mantenere o perdere peso.
  • Il potassio presente nel granchio blu aiuta a mantenere la pressione sanguigna sotto controllo e a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari4.

  Questi benefici rendono il granchio blu non solo gustoso, ma anche un’aggiunta nutriente alla nostra dieta. 

La Uil Pesca, attraverso la segretaria generale Maria Laurenza, ha lanciato un appello per affrontare la crisi prolungata che i pescatori stanno vivendo. Questa crisi è causata da vari fattori, tra cui i cambiamenti climatici, le politiche europee penalizzanti e la falsa narrazione che li accusa di essere i principali responsabili del declino degli ecosistemi marini. Laurenza sottolinea che ci sono altri fattori, come l’emergenza del granchio blu, che contribuiscono allo spopolamento delle specie ittiche. 

Per risolvere il problema delle specie dannose, Laurenza propone l’adozione di strategie internazionali che superino i confini geografici.  Inoltre, è essenziale avere una visione a lungo termine che non si limiti a gestire le emergenze, ma che valorizzi la pesca come un’attività cruciale per l’economia, sottraendola al ruolo marginale nel settore agroalimentare. 

I pescatori italiani possono migliorare l’efficienza e la sostenibilità investendo in nuove tecnologie, esplorando il turismo ittico (che può includere visite guidate, esperienze di pesca per turisti e vendita diretta di prodotti ittici freschi), partecipando a programmi di formazione, collaborando con altre cooperative e associazioni di pescatori per condividere risorse, informazioni e strategie, sviluppando campagne di marketing, per promuovere i prodotti ittici italiani, evidenziando la loro qualità e sostenibilità, adattandosi alle normative europee e richiedendo supporto governativo, che può includere sussidi, agevolazioni fiscali e programmi di sostegno finanziario. 

Affrontare queste sfide richiede un approccio integrato e proattivo, ma con il giusto supporto e le giuste strategie, i pescatori italiani possono continuare a prosperare. 

Occorre, anche, implementare programmi di monitoraggio per tracciare la diffusione del granchio blu e condurre ricerche per comprendere meglio il suo impatto sugli ecosistemi locali. 

La ricerca scientifica sul granchio blu è in corso e si concentra su vari aspetti della sua biologia, ecologia e impatti ambientali. Ecco un aggiornamento sui principali ambiti di studio: 

  • Gli scienziati stanno studiando il ciclo di vita del granchio blu, dalla fase larvale alla maturità, per comprendere meglio i suoi modelli di crescita e riproduzione.
  • Le femmine possono deporre fino a due milioni di uova, e la ricerca si concentra su come queste uova si sviluppano e si disperdono nelle acque.
  • Studi sull’adattabilità del granchio blu a diversi ambienti, inclusi estuari, lagune e acque salmastre, sono in corso per capire come questa specie riesca a colonizzare nuove aree.
  • La ricerca esamina come il granchio blu interagisce con le specie autoctone e gli ecosistemi locali, compresa la competizione per il cibo e l’habitat.
  • Gli scienziati stanno esplorando vari metodi per controllare la popolazione del granchio blu, come la pesca intensiva e l’uso di barriere fisiche.
  • Monitoraggio: Programmi di monitoraggio sono stati implementati per tracciare la diffusione del granchio blu e valutare l’efficacia delle misure di gestione.

 Un team di ricercatori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia sta conducendo uno studio innovativo sul carapace del granchio blu, con l’obiettivo di estrarre la chitina, un polimero naturale dalle molteplici applicazioni. La chitina, infatti, può essere utilizzata in vari settori, dal packaging sostenibile ai prodotti biomedicali. 

I ricercatori sono riusciti a isolare e modificare chimicamente una porzione nanocristallina della chitina, ottenendo così un materiale dalle proprietà uniche. L’obiettivo finale del progetto è sviluppare un film flessibile che, combinato con altre sostanze naturali, possa essere utilizzato per creare cerotti ecologici e biodegradabili. Questi cerotti innovativi non solo ridurrebbero l’impatto ambientale dei prodotti medicali, ma offrirebbero anche nuove soluzioni sostenibili per il trattamento delle ferite. Il progetto rappresenta un passo avanti significativo nella ricerca di materiali biocompatibili e rispettosi dell’ambiente, aprendo nuove prospettive per l’industria del packaging e della biomedicina. 

Oltre ai cerotti ecologici, la chitina è utilizzata per produrre suture chirurgiche biodegradabili, bendaggi per ferite, e come supporto per la rigenerazione dei tessuti. Il chitosano, derivato della chitina, è efficace nella rimozione di metalli pesanti e altre impurità dall’acqua, rendendolo utile per il trattamento delle acque reflue. 

Chitina e chitosano sono utilizzati come additivi alimentari per migliorare la conservazione degli alimenti e come agenti di rivestimento per frutta e verdura. 

Un team di ricercatori dell’Università Tecnologica Nanyang di Singapore ha sviluppato un metodo ecologico per estrarre la chitina dai gusci di gamberi utilizzando la fermentazione di vegetali. Questo metodo è considerato più sostenibile rispetto ai processi chimici convenzionali. 

In sintesi, il granchio blu, apprezzato per la sua carne saporita, rappresenta una risorsa alimentare di valore.

I pescatori possono stabilire partnership con ristoranti, mercati del pesce e supermercati per garantire una domanda costante di granchio blu. Questo può includere la fornitura di granchi freschi o trasformati in prodotti come polpa di granchio o piatti pronti. 

Promuovere la pesca e il consumo di questa specie può trasformare un problema ecologico in un’opportunità economica. 

La creazione di mercati locali e internazionali per il granchio blu può aprire nuove opportunità di vendita. 

Le comunità costiere possono sviluppare eventi gastronomici e turistici incentrati sul granchio blu, attirando visitatori e promuovendo la cultura locale. Festival del granchio blu, degustazioni e tour di pesca possono diventare attrazioni popolari. 

Nelle lagune dell’Alto Adriatico, il granchio blu è venduto a 6-7 euro al chilo, ma il suo prezzo potrebbe aumentare a causa della forte domanda, dato il suo sapore simile all’astice ma a un costo inferiore. Questo ha portato anche a un mercato nero, dove il granchio blu è venduto a 50-70 euro al chilo e presentato nei menù a 100 euro al chilo, arricchendo i venditori abusivi. 

Molti chef, inclusi quelli stellati, stanno sperimentando ricette a base di granchio blu. Recentemente, il granchio blu è stato servito al G7 in Puglia dallo chef Massimo Bottura, in una zuppa di pesce con cozze, cannolicchi e gamberi rossi. 

I pescatori possono cercare finanziamenti e sussidi da parte di governi e organizzazioni internazionali che supportano la gestione delle specie invasive e la promozione della pesca sostenibile. Questi fondi possono essere utilizzati per migliorare le attrezzature, le tecniche di pesca e le infrastrutture. 

Inoltre, la ricerca sul granchio blu e il suo impatto possono portare a scoperte scientifiche innovative e a soluzioni efficaci per la gestione delle specie invasive. 

Allora, affrontare l’emergenza del granchio blu può aprire la strada a numerose opportunità, trasformando una sfida in un vantaggio economico e scientifico.