Nella seduta successiva la commissione cercò di approfondire la conoscenza riguardo allo stato di salute del giovane duca.
«Qual era lo stato di salute di Gian Galeazzo? Era di costituzione gracile o cresceva forte e robusto come il padre?»
«Il giovane duca era debole e malaticcio per natura e andava soggetto a frequenti attacchi di febbre. Nel novembre dell’anno 1473 si ammalò gravemente. In quei giorni, attorno al letto del piccolo duca si avvicendavano medici e ciarlatani, ciascuno dei quali pretendeva di avere un rimedio sicuro contro il male che affliggeva l’infermo.
I medici di corte discutevano su quale fosse il migliore dei rimedi da applicarsi. Uno asseriva che l’infuso di acquavite e di noce moscata fosse l’unico adatto a debellare il male, ma subito un altro lo zittiva affermando che non vi era nulla di meglio di un decotto di lumache fluviali, a cui aggiungere delle punte di corna di cervo, mentre un terzo continuava a ripetere con instancabile monotonia che si sarebbe potuto salvare il piccolo duca solo facendolo sedere su una caldaia di ferro battuto, riempita di acqua bollente.
Nella camera del malato non mancava neppure uno stregone che eseguiva complicate fatture su piccoli topi bianchi, asserendo che solo in quel modo si sarebbe potuto scacciare il malocchio che si era impossessato del giovane.»
E ancora: «Gian Galeazzo, che aveva appena compiuto quattordici anni, a poche settimane di distanza, cadde vittima di una violenta infezione che gli provocava febbre intermittente e forti coliche intestinali, come diagnosticato all'epoca, che non risparmiò, tuttavia, neanche il suo governatore, Pallavicino Pallavicini, usuale commensale del giovane principe, e che si risolse solo nell’ottobre dello stesso anno.»
«Si ammalò ancora molte altre volte negli anni successivi?»
«Il giovane ebbe in seguito altre recrudescenze nei dieci anni successivi, favorite dallo stile di vita sregolato. Certamente, le mollezze prive di ogni responsabilità a cui lo abituò il Moro durante tutta la giovinezza non contribuirono a fortificarne il fisico. Gian Galeazzo era solito condurre una vita molto disordinata, si abbandonava senza alcun riguardo ai piaceri della tavola e del vino e, probabilmente, questi suoi eccessi furono la causa principale del suo male.» Disse Paolo Blasio, intervenuto quel giorno in sostituzione di messer Graziano.
«Infatti, la spiegazione più plausibile della causa della sua morte,» intervenne prontamente il conte Gaspare Visconti, «è che si trattasse di una forma intestinale cronica, riacutizzata dalle intemperanze folli alle quali il duca si era abbandonato in quegli ultimi giorni.»
«Messer Blasio, chi aveva deciso il matrimonio del giovane duca Gian Galeazzo con la principessa Isabella d’Aragona?»
«Eccellenza, Isabella aveva solo un anno e, secondo le tradizioni dei casati e delle famiglie regnanti in questa nostra epoca, veniva promessa come futura sposa a Gian Galeazzo Sforza, di soli quattro anni, figlio primogenito del duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, successore del grande Francesco Sforza e fratello di sua madre Ippolita.»
Gli accordi tra le due famiglie prevedevano che i due ragazzi crescessero secondo il tipo d'istruzione e le regole dei due casati, indirizzati col tempo verso la conoscenza della politica e degli usi sociali, come era già stato fatto in precedenza con Alfonso II, padre di Isabella, e Ippolita Maria Sforza. Ferdinando I, re di Napoli, vero e proprio organizzatore e fautore del futuro matrimonio tra la nipote e Gian Galeazzo, concesse alla famiglia Sforza alcuni suoi territori molto importanti in termini strategici, come Bari, Modugno e Palo del Colle. La cessione consentì agli Sforza e, in particolare, a Sforza Maria di diventare da subito il duca delle terre cedute. Ippolita, allo scopo di rinsaldare i legami tra la sua famiglia e la corte aragonese, nella quale era stata accolta quale giovane sposa del principe ereditario Alfonso, favorì le nozze auspicate, dopo la necessaria dispensa pontificia accordata da papa Sisto IV, trattandosi di consanguinei.
«Ma dopo l’assassinio del duca Galeazzo Maria, chi portò a compimento l’accordo tra le due nobili famiglie? E per quali motivi?»…